L’AIDAF (Associazione Italiana Danza Attività di Formazione), quale Associazione Nazionale di categoria a tutela della formazione privata della danza, prende una decisa posizione contro le affermazioni del Sindaco di Barletta, Dott. Cosimo Cannito, che, in una recente conferenza stampa, ha invitato i genitori a “non portare i figli a “scuola di danza”.
“A parte la discutibilità di citare solo le scuole di danza tra le molte attività extra scolastiche svolte dai ragazzi — si legge nella nota – vorremmo chiarire e sottolineare alcuni punti”.
“Per prima cosa, il Sindaco parla di assembramenti e di feste! Le scuole di danza — è bene ricordarlo – sono probabilmente, dal post lockdown in poi, i luoghi più sicuri visti i rigidi protocolli che sono costrette ad adottare e che tutte, nessuna esclusa, adottano con grandissima serietà. Protocolli che le costringono ad un contingentamento severo che ovviamente va anche a scapito degli introiti”. “Inoltre — prosegue AIDAF – gli assembramenti andrebbero controllati nelle cosiddette ‘movide’, nei locali e ovunque, soprattutto i giovani, continuano a riunirsi senza rispettare alcuna regola e senza che le autorità intervengano (e ne stiamo vedendo le conseguenze disastrose in questi giorni)”.
“Ci sembra poi, quello del Sindaco, un attacco gratuito verso un settore provato sin dall’inizio dell’emergenza con la chiusura totale, e in seguito da riaperture tardive, da protocolli rigidi e da grandi difficoltà odierne, come interfacciarsi con gli orari delle scuole pubbliche che sono ovunque diversi e lasciati alla discrezione dei dirigenti scolastici”.
“Vorremmo ricordare al Sindaco — prosegue la nota – che la danza è Arte e Cultura, e fa parte del patrimonio culturale dell’individuo. Questo invito ai genitori che, qualora accolto, impedirebbe ai giovani di poter seguire la loro passione studiando danza, nonostante il rispetto delle norme di sicurezza – che, ribadiamo, sono adottate con grande serietà nelle scuole di danza-, è pura follia”.
“Siamo certi, conclude AIDAF – che le parole pronunciate siano dettate solo da una mancata conoscenza della realtà delle scuole di danza e che possano essere velocemente corrette. Chiediamo quindi al Sindaco, a nome di tutto il settore, di rettificare questa sua dichiarazione al più presto”.